The paper proposes a new way, in a pedagogical and methodological perspective, to find, train, care, share identity, in the rediscovery of ancestral traditions and images, through he bodily mediation, dance and storytelling. It is a specific pedagogical approach, re-elaborated in an educational approach from the theory and practice of dance-movement-therapy, which can be defined symbolic anthropological. In respect of the whole person, the whole argument of the study is focused on the one and on the poetic words of the narrative, the fairy tale and myth, on the other hand the incarnation of these narrative productions in to the dances of the peoples and of individual dancers (students and / or clients-patients). Storytelling and dance, speech and body express both, in different ways of being human, the imaginal complexity of the Dionysian; in the words of Hillman: the poetic basis of mind. All this is treated as an enrichment opportunity, both educational and therapeutic approach, of bodily mediation and dance-movement-therapy that, taking both word and body, storytelling and dance on the edge of the poetic imagination, allows better integration between the various dimensions of the person which is a fundamental objective of education and bodily mediation, without favoring the Apollonian interpretative language of rational analysis. It describes, then, as in comparison with the narrative, ethnic and choreographic matrices it is possible to educate and treat the person, encouraging a process of personal identification and authentication of culturally shared models. Models that are, according to the proposed analysis, the particular expression of universal archetypes. It is proposed, therefore, a new type of Paideia, which retains the concept of the classical training as an enrichment-construction of the subject, in comparison with the eidos (ideal form) present in the culture. In taking (identification with) of shared cultural forms, the single authenticates itself differentiating and customizing the forms themselves. In this new paideia, narration and bodily-danced mediation complement each other, and, as condensed identity of the cultures of the peoples, facilitate global education of the person, allowing the learning and the assimilation of attitudes, meanings and values.

Il testo propone un nuovo modo, sul piano pedagogico e metodologico, di ricercare, formare, curare, condividere l’identità della persona, nella riscoperta di tradizioni ed immagini ancestrali; attraverso la mediazione corporea, la danza e la narrazione. Si tratta di un approccio pedagogico specifico, rielaborato in chiave educativa a partire dalla teoria e dalla pratica della danzamovimentoterapia, che può essere definito simbolico-antropologico. Nel rispetto della globalità della persona, tutta l’argomentazione dello studio è incentrata per un verso sulla parola poetica della narrazione, della fiaba e del mito, per un altro verso sulla incarnazione di questi nelle danze dei popoli e dei singoli danzatori (educandi e/o clienti-pazienti). Narrazione e danza, parola e corpo esprimono entrambi, con modalità diverse dell’essere umano, la complessità immaginale del dionisiaco, con le parole di Hillman: la base poetica della mente. Si considera tale opportunità come un arricchimento, nell‘approccio sia pedagogico che terapeutico, della mediazione corporea e della danzamovimentoterapia, che, tenendo insieme parola e corpo, narrazione e danza, sul filo dell‘immaginazione poetica, permette ancora meglio quella integrazione tra le varie dimensioni della persona che è un obiettivo fondamentale della pedagogia e della mediazione corporea, senza privilegiare il linguaggio interpretativo apollineo dell‘analisi razionale. Si descrive diffusamente, quindi, come, nel confronto con le matrici narrative ed etnocoreologiche, è possibile educare e curare la persona, favorendo un processo di identificazione ed autenticazione personale dei modelli culturalmente condivisi. Modelli che sono, secondo l’analisi proposta, l’espressione particolare di archetipi universali. Viene proposto, così, un nuovo tipo di paideia, che di quella classica mantiene il concetto di formazione come arricchimento-costruzione del soggetto, nel confronto con l’eidos (ideale, forma) presente nella cultura di appartenenza. Nell’assunzione (identificazione) di forme culturali condivise, il singolo autentica se stesso differenziandosi e personalizzando quelle forme stesse. In questa nuova paideia, la narrazione e la mediazione corporea danzata si integrano, esse, come condensati identitari delle culture dei popoli, agevolano un’educazione globale della persona, permettendo l’apprendimento e la riappropriazione personale di atteggiamenti, significati, valori.

Le vie della danza. Pedagogia narrativa, danze etniche e danzamovimentoterapia

NACCARI ALBA.G.A.
2004-01-01

Abstract

The paper proposes a new way, in a pedagogical and methodological perspective, to find, train, care, share identity, in the rediscovery of ancestral traditions and images, through he bodily mediation, dance and storytelling. It is a specific pedagogical approach, re-elaborated in an educational approach from the theory and practice of dance-movement-therapy, which can be defined symbolic anthropological. In respect of the whole person, the whole argument of the study is focused on the one and on the poetic words of the narrative, the fairy tale and myth, on the other hand the incarnation of these narrative productions in to the dances of the peoples and of individual dancers (students and / or clients-patients). Storytelling and dance, speech and body express both, in different ways of being human, the imaginal complexity of the Dionysian; in the words of Hillman: the poetic basis of mind. All this is treated as an enrichment opportunity, both educational and therapeutic approach, of bodily mediation and dance-movement-therapy that, taking both word and body, storytelling and dance on the edge of the poetic imagination, allows better integration between the various dimensions of the person which is a fundamental objective of education and bodily mediation, without favoring the Apollonian interpretative language of rational analysis. It describes, then, as in comparison with the narrative, ethnic and choreographic matrices it is possible to educate and treat the person, encouraging a process of personal identification and authentication of culturally shared models. Models that are, according to the proposed analysis, the particular expression of universal archetypes. It is proposed, therefore, a new type of Paideia, which retains the concept of the classical training as an enrichment-construction of the subject, in comparison with the eidos (ideal form) present in the culture. In taking (identification with) of shared cultural forms, the single authenticates itself differentiating and customizing the forms themselves. In this new paideia, narration and bodily-danced mediation complement each other, and, as condensed identity of the cultures of the peoples, facilitate global education of the person, allowing the learning and the assimilation of attitudes, meanings and values.
2004
88-88778-72-1
Il testo propone un nuovo modo, sul piano pedagogico e metodologico, di ricercare, formare, curare, condividere l’identità della persona, nella riscoperta di tradizioni ed immagini ancestrali; attraverso la mediazione corporea, la danza e la narrazione. Si tratta di un approccio pedagogico specifico, rielaborato in chiave educativa a partire dalla teoria e dalla pratica della danzamovimentoterapia, che può essere definito simbolico-antropologico. Nel rispetto della globalità della persona, tutta l’argomentazione dello studio è incentrata per un verso sulla parola poetica della narrazione, della fiaba e del mito, per un altro verso sulla incarnazione di questi nelle danze dei popoli e dei singoli danzatori (educandi e/o clienti-pazienti). Narrazione e danza, parola e corpo esprimono entrambi, con modalità diverse dell’essere umano, la complessità immaginale del dionisiaco, con le parole di Hillman: la base poetica della mente. Si considera tale opportunità come un arricchimento, nell‘approccio sia pedagogico che terapeutico, della mediazione corporea e della danzamovimentoterapia, che, tenendo insieme parola e corpo, narrazione e danza, sul filo dell‘immaginazione poetica, permette ancora meglio quella integrazione tra le varie dimensioni della persona che è un obiettivo fondamentale della pedagogia e della mediazione corporea, senza privilegiare il linguaggio interpretativo apollineo dell‘analisi razionale. Si descrive diffusamente, quindi, come, nel confronto con le matrici narrative ed etnocoreologiche, è possibile educare e curare la persona, favorendo un processo di identificazione ed autenticazione personale dei modelli culturalmente condivisi. Modelli che sono, secondo l’analisi proposta, l’espressione particolare di archetipi universali. Viene proposto, così, un nuovo tipo di paideia, che di quella classica mantiene il concetto di formazione come arricchimento-costruzione del soggetto, nel confronto con l’eidos (ideale, forma) presente nella cultura di appartenenza. Nell’assunzione (identificazione) di forme culturali condivise, il singolo autentica se stesso differenziandosi e personalizzando quelle forme stesse. In questa nuova paideia, la narrazione e la mediazione corporea danzata si integrano, esse, come condensati identitari delle culture dei popoli, agevolano un’educazione globale della persona, permettendo l’apprendimento e la riappropriazione personale di atteggiamenti, significati, valori.
Pedagogia narrativa, Danza etnica, Simboli, Mediazione corporea, Formazione
Narrative Pedagogy, Ethnic dance, Symbols, Bodily Mediation, Education
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14244/4380
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