Nel quadro delle strategie per l’espansione del mercato e della finanza italiani all’estero dopo la Prima guerra mondiale, la Banca commerciale italiana e romena (Romcomit) avviò un’esperienza di rilievo. L’istituto, figlio della Banca commerciale italiana assieme alle altre due sedi di Budapest e Sofia, contribuì a veicolare i numerosi interessi di natura geostrategica dell’Italia postbellica – e, in seguito, mussoliniana – verso il bacino danubiano balcanico. Tali interessi erano motivati da ragioni di contatto culturale, opportunità economica, fermento migratorio, oltre che di vicinanza geografica. Le imprese italiane all’estero costituirono ben presto una parte consistente della partecipazione italiana al capitale romeno: l’Italia investì sin dai primi anni Venti nel settore assicurativo e nelle principali produzioni, tra cui quella petrolifera, che era alla base della ricostruzione postbellica dell’economia balcanica. L’autrice intende ripercorrere, con l’ausilio di fonti primarie, le relazioni tra l’Italia e la Romania a partire dalla vita e dall’attività dell’istituto creditizio di Bucarest e delle sue filiali nazionali, che hanno assunto in più di un’occasione un ruolo cruciale nelle dinamiche tra i due paesi.
Italia e Romania tra sviluppo e internazionalizzazione L'esperienza della Banca commerciale italiana e romena (1920-1947)
LENZI F.R.
2014-01-01
Abstract
Nel quadro delle strategie per l’espansione del mercato e della finanza italiani all’estero dopo la Prima guerra mondiale, la Banca commerciale italiana e romena (Romcomit) avviò un’esperienza di rilievo. L’istituto, figlio della Banca commerciale italiana assieme alle altre due sedi di Budapest e Sofia, contribuì a veicolare i numerosi interessi di natura geostrategica dell’Italia postbellica – e, in seguito, mussoliniana – verso il bacino danubiano balcanico. Tali interessi erano motivati da ragioni di contatto culturale, opportunità economica, fermento migratorio, oltre che di vicinanza geografica. Le imprese italiane all’estero costituirono ben presto una parte consistente della partecipazione italiana al capitale romeno: l’Italia investì sin dai primi anni Venti nel settore assicurativo e nelle principali produzioni, tra cui quella petrolifera, che era alla base della ricostruzione postbellica dell’economia balcanica. L’autrice intende ripercorrere, con l’ausilio di fonti primarie, le relazioni tra l’Italia e la Romania a partire dalla vita e dall’attività dell’istituto creditizio di Bucarest e delle sue filiali nazionali, che hanno assunto in più di un’occasione un ruolo cruciale nelle dinamiche tra i due paesi.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.