La protezione della concorrenza quale strumento per contribuire alla soddisfazione dei bisogni collettivi richiede la predisposizione di provvedimenti regolativi positivi e/o negativi variamente combinati tra loro per la ricerca del migliore equilibrio tra la regolazione dell’interesse pubblico e la libertà del mercato nell’impossibilità di una soluzione unitaria garante di tutti i livelli produttivi pubblici e privati. Il processo di liberalizzazione dei settori tradizionalmente protetti sviluppatosi nel corso degli ultimi anni ha fornito al nostro Paese importanti stimoli per lo sviluppo del suo sistema economico ma il quadro che emerge è ancora in chiaroscuro con zone di luce tra le quali, senz’altro, l’offerta di servizi qualitativamente migliori per i consumatori e zone d’ombra, tra le quali l’individuazione nell’Autorità Antitrust (AGCM) come unica risposta offerta dal sistema pubblico per assicurare l’osservanza degli strumenti normativi predisposti a tutela della concorrenza. Occorrerebbe, invece, che la sua promozione ed il suo sviluppo penetrassero maggiormente nell’azione delle amministrazioni pubbliche, specialmente locali. La più grande parte della regolazione economica, infatti, è concentra nel sistema delle autonomie, soprattutto regionali, in virtù delle competenze di cui sono investite e per il ruolo decisivo che esplicano nel determinare il grado di liberalizzazione dei mercati essendo, più facilmente dello Stato, in grado di valorizzare le differenze territoriali e capaci di interpretare le richieste della collettività dell’area che amministrano. In definitiva, riuscire ad avvicinare il centro decisionale alla Comunità sulla quale poi le decisioni ricadono consentirebbe di sviluppare le risorse del sistema economico-sociale locale pur non dovendo dimenticare che la tutela della concorrenza non è un obiettivo ma, piuttosto, il principale strumento per contribuire al benessere dei consumatori.
Politiques publiques et autorités de régulation
TERRACCIANO G
2008-01-01
Abstract
La protezione della concorrenza quale strumento per contribuire alla soddisfazione dei bisogni collettivi richiede la predisposizione di provvedimenti regolativi positivi e/o negativi variamente combinati tra loro per la ricerca del migliore equilibrio tra la regolazione dell’interesse pubblico e la libertà del mercato nell’impossibilità di una soluzione unitaria garante di tutti i livelli produttivi pubblici e privati. Il processo di liberalizzazione dei settori tradizionalmente protetti sviluppatosi nel corso degli ultimi anni ha fornito al nostro Paese importanti stimoli per lo sviluppo del suo sistema economico ma il quadro che emerge è ancora in chiaroscuro con zone di luce tra le quali, senz’altro, l’offerta di servizi qualitativamente migliori per i consumatori e zone d’ombra, tra le quali l’individuazione nell’Autorità Antitrust (AGCM) come unica risposta offerta dal sistema pubblico per assicurare l’osservanza degli strumenti normativi predisposti a tutela della concorrenza. Occorrerebbe, invece, che la sua promozione ed il suo sviluppo penetrassero maggiormente nell’azione delle amministrazioni pubbliche, specialmente locali. La più grande parte della regolazione economica, infatti, è concentra nel sistema delle autonomie, soprattutto regionali, in virtù delle competenze di cui sono investite e per il ruolo decisivo che esplicano nel determinare il grado di liberalizzazione dei mercati essendo, più facilmente dello Stato, in grado di valorizzare le differenze territoriali e capaci di interpretare le richieste della collettività dell’area che amministrano. In definitiva, riuscire ad avvicinare il centro decisionale alla Comunità sulla quale poi le decisioni ricadono consentirebbe di sviluppare le risorse del sistema economico-sociale locale pur non dovendo dimenticare che la tutela della concorrenza non è un obiettivo ma, piuttosto, il principale strumento per contribuire al benessere dei consumatori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.