In this contribution, in considering skill as an existential competence (and not just as professional know-how), a number of reflections are presented on the skills that should be acquired by young adults, college students, so that they are able to manage adult education, to take care, therefore, of persons older than themselves, that are living an existential reality and developmental tasks related to a cycle of life of which they have no experience. With today’s fluidity and confusion between ages in which a youth model prevails, the pedagogy of life cycles requires rethinking and reworking (not in a purely stadial manner but from/for and for a teleological orientative approach), as a specific investigation that rediscover values, existential dimension, authenticity, fluidity to be replaced with dynamic identity, confusion to be replaced with differentiation at the different stages of life. To "train", in light of all these factors, it is important firstly to allow students to consciously place themselves within their own age, searching for their own meanings, values and tasks, to then be able to open up to a world different from their own, in which it is possible to share on a broader level, in the depths of that which is human, a common destiny. Through a process of imaginative opening, of empathy, of renewed understanding, the young adult can build within him/herself a space for authentic listening, an internal reconstruction of the experience of the opposite side experience (Buber); thus structuring that particular attitude that we have called the divided consciousness, that is an important aspect of dialogic competencies. In order to structure these skills, bodily expressive mediation workshops are useful that, through bodily representation and narration (integrated with each other), allow the capturing and reprocessing of less obvious aspects of his/her intrapersonal and interpersonal world, in all their existential and especially diachronic-autobiographical dimension, allowing the hermeneutic circularity between past, present and future.

Nel presente contributo, nel considerare la competenza come abilità esistenziale (e non solo come saper fare professionale), si propongono alcune riflessioni sulle competenze che dovrebbero essere acquisite da giovani adulti, studenti universitari, affinché siano in grado di occuparsi di educazione degli adulti; di prendersi cura, dunque, di persone più grandi di loro che vivono una realtà esistenziale e compiti evolutivi relativi ad un ciclo di vita del quale loro non hanno esperienza. Nell’attuale fluidità e confusione tra le età, in cui a prevalere è un modello giovanilistico, è necessario ripensare e rielaborare la pedagogia dei cicli di vita (in modo non prettamente stadiale ma orientativo-teleologico), come indagine specifica che riscopra valori, spessore esistenziale, autenticità, identità dinamica da sostituire alla fluidità, differenziazione da sostituire alla confusione nelle diverse età della vita. Per “formare”, tenendo conto di tutto questo, si tratta, di permettere innanzitutto agli studenti di collocarsi consapevolmente nella loro età, cercandone significati, valori e compiti, per poi essere capaci di aprirsi al mondo diverso dell’altro, con il quale è possibile condividere su un piano più ampio, nel profondo dell’umano, un destino comune. Grazie ad un processo di apertura immaginativa, di immedesimazione, di ricomprensione, il ragazzo può costruire dentro di sé uno spazio di ascolto autentico, una ricostruzione interiore dell’esperienza della parte opposta (Buber); strutturando, così, quell’attitudine particolare che abbiamo chiamato della coscienza divisa, aspetto importante delle competenze dialogiche. Per strutturare tali competenze sono utili i laboratori a mediazione corporeo-espressiva che, attraverso la rappresentazione corporea e la narrazione (integrate tra loro), consentono di cogliere e di rielaborare aspetti meno evidenti del proprio mondo intrapersonale ed interpersonale, in tutto il loro spessore esistenziale e soprattutto diacronico-autobiografico, consentendo la circolarità ermeneutica tra passato, presente e futuro.

Pedagogia dei cicli di vita e sviluppo delle competenze per la formazione degli adulti.

NACCARI ALBA.G.A.
2010-01-01

Abstract

In this contribution, in considering skill as an existential competence (and not just as professional know-how), a number of reflections are presented on the skills that should be acquired by young adults, college students, so that they are able to manage adult education, to take care, therefore, of persons older than themselves, that are living an existential reality and developmental tasks related to a cycle of life of which they have no experience. With today’s fluidity and confusion between ages in which a youth model prevails, the pedagogy of life cycles requires rethinking and reworking (not in a purely stadial manner but from/for and for a teleological orientative approach), as a specific investigation that rediscover values, existential dimension, authenticity, fluidity to be replaced with dynamic identity, confusion to be replaced with differentiation at the different stages of life. To "train", in light of all these factors, it is important firstly to allow students to consciously place themselves within their own age, searching for their own meanings, values and tasks, to then be able to open up to a world different from their own, in which it is possible to share on a broader level, in the depths of that which is human, a common destiny. Through a process of imaginative opening, of empathy, of renewed understanding, the young adult can build within him/herself a space for authentic listening, an internal reconstruction of the experience of the opposite side experience (Buber); thus structuring that particular attitude that we have called the divided consciousness, that is an important aspect of dialogic competencies. In order to structure these skills, bodily expressive mediation workshops are useful that, through bodily representation and narration (integrated with each other), allow the capturing and reprocessing of less obvious aspects of his/her intrapersonal and interpersonal world, in all their existential and especially diachronic-autobiographical dimension, allowing the hermeneutic circularity between past, present and future.
2010
9788882328115
Nel presente contributo, nel considerare la competenza come abilità esistenziale (e non solo come saper fare professionale), si propongono alcune riflessioni sulle competenze che dovrebbero essere acquisite da giovani adulti, studenti universitari, affinché siano in grado di occuparsi di educazione degli adulti; di prendersi cura, dunque, di persone più grandi di loro che vivono una realtà esistenziale e compiti evolutivi relativi ad un ciclo di vita del quale loro non hanno esperienza. Nell’attuale fluidità e confusione tra le età, in cui a prevalere è un modello giovanilistico, è necessario ripensare e rielaborare la pedagogia dei cicli di vita (in modo non prettamente stadiale ma orientativo-teleologico), come indagine specifica che riscopra valori, spessore esistenziale, autenticità, identità dinamica da sostituire alla fluidità, differenziazione da sostituire alla confusione nelle diverse età della vita. Per “formare”, tenendo conto di tutto questo, si tratta, di permettere innanzitutto agli studenti di collocarsi consapevolmente nella loro età, cercandone significati, valori e compiti, per poi essere capaci di aprirsi al mondo diverso dell’altro, con il quale è possibile condividere su un piano più ampio, nel profondo dell’umano, un destino comune. Grazie ad un processo di apertura immaginativa, di immedesimazione, di ricomprensione, il ragazzo può costruire dentro di sé uno spazio di ascolto autentico, una ricostruzione interiore dell’esperienza della parte opposta (Buber); strutturando, così, quell’attitudine particolare che abbiamo chiamato della coscienza divisa, aspetto importante delle competenze dialogiche. Per strutturare tali competenze sono utili i laboratori a mediazione corporeo-espressiva che, attraverso la rappresentazione corporea e la narrazione (integrate tra loro), consentono di cogliere e di rielaborare aspetti meno evidenti del proprio mondo intrapersonale ed interpersonale, in tutto il loro spessore esistenziale e soprattutto diacronico-autobiografico, consentendo la circolarità ermeneutica tra passato, presente e futuro.
Competenze Dialogiche, Cicli di Vita, Esperienza della Parte Opposta, Laboratori Narrativi
Dialogic Competencies, Cycles of Life, Opposite Side Experience, Narrative Workshops
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14244/4316
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