Nelle più diverse culture, simboli appartenenti al regno naturale sono stati venerati come luogo ed epifania del sacro: le montagne, gli alberi, l’acqua, misteriose caverne…Spesso anche nei sogni capita di ritrovarsi in paesaggi mai visti prima… Origene affermava:”sappi di essere un mondo in piccolo e che in te ci sono il sole, la luna e le stelle”. La corrispondenza tra micro e macro cosmo è presente nella simbologia degli elementi naturali: ”i paesaggi della nostra immaginazione danno spazio e respiro alla nostra esperienza della realtà… Addentrandoci nella geografia … del paesaggio vivente, vediamo che esiste un’affinità … tra l’io cosciente e ciò che lui o lei incontra…” (Larsen 1992). “Il mondo immaginato è una sorta di mappa vivente della nostra realtà interna, è una delicatissima geografia dell’interiorità”(Naccari 2004). Molte delle danze tradizionali dei popoli si ispirano ad elementi naturali rappresentandone le caratteristiche, mimandone la forza e le movenze. Lo studio sul paesaggio incantato intende offrire l’opportunità di sperimentare nel proprio vissuto come simboli archetipici, presenti nelle tradizioni dei popoli, possano essere luogo interculturale di incontro ed attivazione di nuclei identitari. I simboli culturali, infatti, (ivi comprese le coreografie delle danze tradizionali) possono essere considerati, junghianamente, manifestazione degli archetipi dell’inconscio collettivo. Assumere su di sé il simbolo coreografico, attraverso opportune metodologie, può permettere di contattare in sé stessi la propria realtà interiore corrispondente, così da sviluppare e diventare più consapevoli del proprio mondo interno. Questa metodologia simbolica, attraverso le danze tradizionali nella danzamovimentoterapia, è stata utilizzata in gruppi di adolescenti con finalità preventive e di integrazione di ragazzi con disabilità fisiche e/o psichiche; con gruppi eterogenei di adulti in equipes pedagogico-terapeutiche. Negli uni e negli altri il lavoro ha permesso primariamente di contattare e portare alla luce luoghi del Sé ancora inesplorati, favorendo la ricerca dell’identità personale attraverso il confronto con matrici culturali collettive, ed agevolando l’accettazione del ‘diverso’ in senso lato.
Il paesaggio incantato: un archetipo tra immaginazione e culture diverse, identità individuale e matrici collettive nella danzamovimentoterapia.
NACCARI ALBA.G.A.
2006-01-01
Abstract
Nelle più diverse culture, simboli appartenenti al regno naturale sono stati venerati come luogo ed epifania del sacro: le montagne, gli alberi, l’acqua, misteriose caverne…Spesso anche nei sogni capita di ritrovarsi in paesaggi mai visti prima… Origene affermava:”sappi di essere un mondo in piccolo e che in te ci sono il sole, la luna e le stelle”. La corrispondenza tra micro e macro cosmo è presente nella simbologia degli elementi naturali: ”i paesaggi della nostra immaginazione danno spazio e respiro alla nostra esperienza della realtà… Addentrandoci nella geografia … del paesaggio vivente, vediamo che esiste un’affinità … tra l’io cosciente e ciò che lui o lei incontra…” (Larsen 1992). “Il mondo immaginato è una sorta di mappa vivente della nostra realtà interna, è una delicatissima geografia dell’interiorità”(Naccari 2004). Molte delle danze tradizionali dei popoli si ispirano ad elementi naturali rappresentandone le caratteristiche, mimandone la forza e le movenze. Lo studio sul paesaggio incantato intende offrire l’opportunità di sperimentare nel proprio vissuto come simboli archetipici, presenti nelle tradizioni dei popoli, possano essere luogo interculturale di incontro ed attivazione di nuclei identitari. I simboli culturali, infatti, (ivi comprese le coreografie delle danze tradizionali) possono essere considerati, junghianamente, manifestazione degli archetipi dell’inconscio collettivo. Assumere su di sé il simbolo coreografico, attraverso opportune metodologie, può permettere di contattare in sé stessi la propria realtà interiore corrispondente, così da sviluppare e diventare più consapevoli del proprio mondo interno. Questa metodologia simbolica, attraverso le danze tradizionali nella danzamovimentoterapia, è stata utilizzata in gruppi di adolescenti con finalità preventive e di integrazione di ragazzi con disabilità fisiche e/o psichiche; con gruppi eterogenei di adulti in equipes pedagogico-terapeutiche. Negli uni e negli altri il lavoro ha permesso primariamente di contattare e portare alla luce luoghi del Sé ancora inesplorati, favorendo la ricerca dell’identità personale attraverso il confronto con matrici culturali collettive, ed agevolando l’accettazione del ‘diverso’ in senso lato.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.