The specificity of the dancemovement-therapy workshop to which this communication refers is linked to the context in which it was created, a cloistered monastery, and to the educational approach that characterised it. It is an experience of training and education for a group of novices through the humanities and dancemovement-therapy. Seclusion indicates a closed space (claudere: to close), isolated from the outside world, and wants to be a kind of signpost for the profane world that provides a reminder of what is really important. In the remark, in an extreme manner, the separation between the sacred and the profane is evidence of a clear hierarchy of values which however risks separating what has already been separated for too long in Western culture: the soul/spirit from the body. The paradox for those who impart education holistically in seclusion is to research and allow the experience of unity of the person in a separate space. As human beings we are open psycho-corporeal systems in continuous interaction with the surrounding environment. True ecology born, in fact, from the harmony with/in the body that refers, by its own natural and creature character, created from soul spirit and body, to an ecology that, as well as terrestrial is cosmic. The educational process commences from acceptance of the body with everything it brings, understanding, channelling and enhancement of drives and emotions in the context of the cloister. This then leads towards the body-incarnation language of the invisible, as visible expression and place of prayer in the sacred dance. The narrative modes of symbolic-anthropological bodily mediation allowed the tracing of a red line, a melody of their own history, allowing themselves to celebrate a conscious-existential junction and authentic transformation, before and after seclusion; linking into universal and archetypal plots that are particularly significant in relation to the specific context.

La specificità del laboratorio di danzamovimentoterapia cui questa comunicazione si riferisce è legata al contesto in cui è stato realizzato, un monastero di clausura, e al taglio squisitamente pedagogico che lo ha caratterizzato. Si tratta di un’esperienza di formazione per un gruppo di novizie mediante le scienze umane e la danzamovimentoterapia. La clausura indica un luogo chiuso (claudere: chiudere), isolato dal mondo esterno, e vuole essere una sorta di segnale indicatore per il mondo profano che ricordi ai più cosa è veramente importante. Nel rimarcare in maniera estrema la separazione tra sacro e profano, si rende testimonianza di una precisa gerarchia di valori, che rischia, però, di separare quanto già separato per troppo tempo nella cultura occidentale: l’anima/spirito dal corpo. Il paradosso per chi si prende cura olisticamente della formazione nella clausura è ricercare e consentire di vivere l’unità della persona in uno spazio separato. Come esseri umani, siamo, sistemi aperti psico-corporei in un continuo rapporto di interazione con l’ambiente circostante. L’eco-logia nasce, infatti, dall’armonia con/nel proprio corpo che rinvia, per la sua stessa naturalità e creaturalità, fatta di anima/spirito e di corpo, ad un’eco-logia oltre che terrestre… cosmica. Il processo educativo si è articolato a partire dall’accettazione del corpo con tutto quello che porta con sé, nella comprensione, canalizzazione e valorizzazione delle pulsioni e delle emozioni nel contesto claustrale. Per poi incamminarsi verso il corpo-incarnazione linguaggio dell’invisibile, come luogo ed espressione visibile di preghiera nella danza sacra. Le modalità narrative della mediazione corporea simbolico-antropologica hanno permesso di rintracciare il filo rosso, la melodia della propria storia, permettendosi di celebrare uno snodo esistenziale consapevole ed una trasformazione autentica, tra il prima e il dopo della clausura; contattando trame archetipiche universali particolarmente significative in relazione al contesto specifico.

Danzare in clausura. Un'esperienza di formazione con un gruppo di novizie.. , Atti del Convegno nazionale APID. DMT e corpo contemporaneo.. Palazzo Valentini Roma, 26-27-28 Marzo 2010

NACCARI Alba.G.A.
2012-01-01

Abstract

The specificity of the dancemovement-therapy workshop to which this communication refers is linked to the context in which it was created, a cloistered monastery, and to the educational approach that characterised it. It is an experience of training and education for a group of novices through the humanities and dancemovement-therapy. Seclusion indicates a closed space (claudere: to close), isolated from the outside world, and wants to be a kind of signpost for the profane world that provides a reminder of what is really important. In the remark, in an extreme manner, the separation between the sacred and the profane is evidence of a clear hierarchy of values which however risks separating what has already been separated for too long in Western culture: the soul/spirit from the body. The paradox for those who impart education holistically in seclusion is to research and allow the experience of unity of the person in a separate space. As human beings we are open psycho-corporeal systems in continuous interaction with the surrounding environment. True ecology born, in fact, from the harmony with/in the body that refers, by its own natural and creature character, created from soul spirit and body, to an ecology that, as well as terrestrial is cosmic. The educational process commences from acceptance of the body with everything it brings, understanding, channelling and enhancement of drives and emotions in the context of the cloister. This then leads towards the body-incarnation language of the invisible, as visible expression and place of prayer in the sacred dance. The narrative modes of symbolic-anthropological bodily mediation allowed the tracing of a red line, a melody of their own history, allowing themselves to celebrate a conscious-existential junction and authentic transformation, before and after seclusion; linking into universal and archetypal plots that are particularly significant in relation to the specific context.
2012
La specificità del laboratorio di danzamovimentoterapia cui questa comunicazione si riferisce è legata al contesto in cui è stato realizzato, un monastero di clausura, e al taglio squisitamente pedagogico che lo ha caratterizzato. Si tratta di un’esperienza di formazione per un gruppo di novizie mediante le scienze umane e la danzamovimentoterapia. La clausura indica un luogo chiuso (claudere: chiudere), isolato dal mondo esterno, e vuole essere una sorta di segnale indicatore per il mondo profano che ricordi ai più cosa è veramente importante. Nel rimarcare in maniera estrema la separazione tra sacro e profano, si rende testimonianza di una precisa gerarchia di valori, che rischia, però, di separare quanto già separato per troppo tempo nella cultura occidentale: l’anima/spirito dal corpo. Il paradosso per chi si prende cura olisticamente della formazione nella clausura è ricercare e consentire di vivere l’unità della persona in uno spazio separato. Come esseri umani, siamo, sistemi aperti psico-corporei in un continuo rapporto di interazione con l’ambiente circostante. L’eco-logia nasce, infatti, dall’armonia con/nel proprio corpo che rinvia, per la sua stessa naturalità e creaturalità, fatta di anima/spirito e di corpo, ad un’eco-logia oltre che terrestre… cosmica. Il processo educativo si è articolato a partire dall’accettazione del corpo con tutto quello che porta con sé, nella comprensione, canalizzazione e valorizzazione delle pulsioni e delle emozioni nel contesto claustrale. Per poi incamminarsi verso il corpo-incarnazione linguaggio dell’invisibile, come luogo ed espressione visibile di preghiera nella danza sacra. Le modalità narrative della mediazione corporea simbolico-antropologica hanno permesso di rintracciare il filo rosso, la melodia della propria storia, permettendosi di celebrare uno snodo esistenziale consapevole ed una trasformazione autentica, tra il prima e il dopo della clausura; contattando trame archetipiche universali particolarmente significative in relazione al contesto specifico.
Clausura, Formazione, Sacro-Profano, Corpo, Danza Sacra, Narrazione
Seclusion, Education, Holy- Profane, Body, Sacred Dance, Narrative
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/20.500.14244/4355
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