L’educazione inclusiva in Italia è frutto di un lungo ed articolato percorso che non può e non deve certo essere considerato concluso, anzi, alcuni elementi, anche di natura normativa, ci stimolano a non abbassare la guardia e a non considerare l’inclusione come un qualcosa di acquisito o di raggiungibile. Sicuramente il nostro Paese sta dimostrando di voler continuare nel processo di miglioramento dell’educazione inclusiva e questo lo dimostrano l’adozione della prospettiva bio-psico-sociale dell’ICF e l’adesione al principio di accomodamento ragionevole, proprio della Convenzione ONU/2006. È però innegabile che le logiche del riconoscimento di specifici interessi e di singoli diritti, siano essi interessi e diritti di alunni con DSA, con BES o con disabilità, hanno portato la normativa scolastica italiana all’adozione anche di logiche classificatorie che, in assenza della giusta etichetta, ne hanno create di nuove, ora sovrapponendosi ora entrando talvolta in contrasto con le categorie e le norme precedentemente in essere. Molti sono stati gli interventi normativi che recentemente hanno interessato i processi di progettazione nella scuola e i modelli che vengono di volta in volta proposti e adottati, al di là della loro bontà e legittimità, rischiano di distogliere lo sguardo dalle finalità e dai contenuti che invece dovrebbero essere la sostanza dei processi di progettazione, ovvero la definizione degli obiettivi educativi e didattici. Nel nostro specifico ambito di interesse, l’ICF ci fornisce una prospettiva di facile adozione indipendentemente dal modello di progettazione che ci viene chiesto di adottare. L’intero processo, legato alla progettazione educativa e didattica di un intervento rivolto ad un alunno con disabilità, contenuto in un PEI, può essere guidato dalla prospettiva che ci fornisce l’ICF. L’osservazione, la definizione degli obiettivi e la valutazione possono facilmente tenere in considerazione le variabili delle barriere e dei facilitatori all’apprendimento come quelle delle performance e delle capacità degli alunni, riportando al centro i contenuti della progettazione del PEI come elemento di sostanza senza che la forma possa pregiudicare il processo iniziato da più di quarant’anni.

Normativa italiana sull’inclusione e nuovi modelli di PEI

Marianna Piccioli
;
2022-01-01

Abstract

L’educazione inclusiva in Italia è frutto di un lungo ed articolato percorso che non può e non deve certo essere considerato concluso, anzi, alcuni elementi, anche di natura normativa, ci stimolano a non abbassare la guardia e a non considerare l’inclusione come un qualcosa di acquisito o di raggiungibile. Sicuramente il nostro Paese sta dimostrando di voler continuare nel processo di miglioramento dell’educazione inclusiva e questo lo dimostrano l’adozione della prospettiva bio-psico-sociale dell’ICF e l’adesione al principio di accomodamento ragionevole, proprio della Convenzione ONU/2006. È però innegabile che le logiche del riconoscimento di specifici interessi e di singoli diritti, siano essi interessi e diritti di alunni con DSA, con BES o con disabilità, hanno portato la normativa scolastica italiana all’adozione anche di logiche classificatorie che, in assenza della giusta etichetta, ne hanno create di nuove, ora sovrapponendosi ora entrando talvolta in contrasto con le categorie e le norme precedentemente in essere. Molti sono stati gli interventi normativi che recentemente hanno interessato i processi di progettazione nella scuola e i modelli che vengono di volta in volta proposti e adottati, al di là della loro bontà e legittimità, rischiano di distogliere lo sguardo dalle finalità e dai contenuti che invece dovrebbero essere la sostanza dei processi di progettazione, ovvero la definizione degli obiettivi educativi e didattici. Nel nostro specifico ambito di interesse, l’ICF ci fornisce una prospettiva di facile adozione indipendentemente dal modello di progettazione che ci viene chiesto di adottare. L’intero processo, legato alla progettazione educativa e didattica di un intervento rivolto ad un alunno con disabilità, contenuto in un PEI, può essere guidato dalla prospettiva che ci fornisce l’ICF. L’osservazione, la definizione degli obiettivi e la valutazione possono facilmente tenere in considerazione le variabili delle barriere e dei facilitatori all’apprendimento come quelle delle performance e delle capacità degli alunni, riportando al centro i contenuti della progettazione del PEI come elemento di sostanza senza che la forma possa pregiudicare il processo iniziato da più di quarant’anni.
2022
978-84-1122-035-4
Normativa scolastica; inclusione; Piano Educativo Individualizzato
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